Le onsen sono dei luoghi meravigliosi dove rilassare corpo e mente, una forma di meditazione liquida e avvolgente che permette di focalizzare la concentrazione e lasciarsi alle spalle la fatica della giornata sia essa lavorativa che, nel caso di un viaggiatore, di svago. Fin dall’antichità hanno svolto un ruolo fondamentale per la società giapponese sia dal punto di vista personale che sociale. Da semplici bagni disponibili in maniera più o meno attrezzata per i viandanti, ad esempio lungo la famosa via Nakasendo, o incluse in strutture più complesse (ryokan) dove era possibile anche pernottare e mangiare, le varie località che potevano fregiarsi di avere una sorgente naturale facevano a gara tra loro per attrarre maggior pubblico. Divennero rapidamente luoghi di incontro e socializzazione molto popolari durante il periodo Edo e se ne potevano contare fino a più di duemila solamente a Tokyo e circa tremila in tutto il Paese fino al secolo scorso. Fino alla fine del 1800 i bagni erano fruibili indistintamente in promiscuità e successivamente venne stabilito per legge che ogni stazione dovesse disporre di sezioni separate dedicate per uomini e per donne. Nel 1900 le stazioni termali, ma molto di più i bagni pubblici (sentō), persero temporaneamente di popolarità a causa della diffusione di una nuova edilizia che prevedeva l’introduzione di servizi igienici più efficienti e quindi della possibilità di avere una vasca direttamente presso la propria abitazione con acqua calda a volontà. In tempi recenti si sta assistendo ad una rinascita della valorizzazione perlomeno delle onsen tradizionali: la collocazione in aree naturali di pregio o amene località turistiche valorizza le esistenti fonti termali che offrono acque con temperatura superiore ai 25° C., ricche di elementi chimici. Numerose strutture alberghiere tradizionali o moderne mettono a disposizione della propria clientela eleganti ambienti con vasche in pietra collocate in splendidi giardini giapponesi (rotenburo) e interne (uchiburo) semplici e funzionali in pietra o ceramica oppure sofisticate e preziose come quelle realizzate in profumato legno hinoki, il cipresso giapponese utilizzato per gli edifici sacri e alcune abitazioni tradizionali. Quasi sempre sono anche disponibili vasche private (kashikiriburo).
Attualmente i Giapponesi visitano molto spesso le località termali. Durante il weekend e le festività nelle località termali di tutto il paese, e ancor di più in quelle rese interessanti da attrazioni turistiche, gruppi di ragazzi e ragazze, famiglie, anziani, coppiette e uomini d’affari uniscono la prospettiva di rilassarsi e riposare alla possibilità di visitare luoghi e degustare ottimo cibo. Si prediligono località non distanti dai grandi centri urbani dove sia possibile anche svolgere attività sportive o semplicemente passeggiare e ammirare un bel panorama.
L’esperienza in una onsen è piuttosto distante da quella che possiamo fare in Italia ma la soddisfazione ed il benessere che ne derivano vale un piccolo sforzo culturale.
L’atteggiamento corretto è il rispetto degli spazi altrui, l’educazione e non è tollerato l’essere chiassosi o fastidiosi. In uno stabilimento pubblico non sarà consentito accedere a coloro che avessero tatuaggi (mentre nelle onsen private all’interno di un hotel è tollerato a meno che non si tratti di tatuaggi estesi). Per accedere all’area delle vasche sia che si tratti di una onsen gestita da un hotel o ryokan o che si tratti di un luogo pubblico occorrerà lasciare le proprie calzature in un armadietto all’ingresso e negli spogliatoi separati per maschi e femmine, contraddistinti da una tenda rosa/rossa per le donne e blu per gli uomini. Si lasceranno gli abiti perlopiù in uno scaffale attrezzato con delle ceste, se si tratta di un hotel, oppure in un armadietto chiudibile a chiave in uno stabilimento pubblico. Nello spogliatoio si toglieranno tutti gli abiti e si rimarrà nudi (ad eccezione di alcuni esercizi provvisti anche di area intrattenimento e di doppio spogliatoio, dove sarà disponibile una yukata, la classica vestaglia in cotone sotto la quale indossare solo l’intimo con la relativa obi, la cintura, con le quali è possibile accedere ad eventuali ambienti collettivi).
Nelle strutture il cui ingresso è più costoso vengono inclusi asciugamani e prodotti per l’igiene personale mentre gli stessi saranno comunque disponibili a pagamento in quei luoghi che mantengono un prezzo d’ingresso piuttosto basso. Solo dopo aver tolto tutti gli abiti e anche le ciabattine eventualmente in dotazione, si potrà accedere all’area delle vasche che dispone di vani attrezzati con sgabelli e docce per pulire accuratamente il corpo. Lavarsi accuratamente è obbligatorio e raccogliere i capelli qualora siano lunghi è buona educazione: in ogni caso non potrà essere portata nessuna asciugamano in quest’area ad eccezione di un piccolo asciugamano per coprire le parti intime o in realtà molto più utilizzato dai locali sulla testa per “dissipare” il calore estremo dell’acqua.
Si inizierà il percorso scegliendo magari la vasca interna all’edificio per poi proseguire in quella esterna nel giardino: molto spesso sono disponibili anche vasche idromassaggio e di reazione con acqua fredda che è piacevole specialmente perchè l’acqua termale in Giappone sfiora come temperatura quasi sempre i 40° C. (si deve fare attenzione ai punti d’immissione dell’acqua dalla sorgente perchè è anche più calda o addirittura scotta!). Terminato il bagno si effettua nuovamente una doccia e si passa allo spogliatoio dove sono disponibili asciugacapelli, spazzole e prodotti per la cosmesi (nelle onsen più costose). Ci si asciuga e riveste: molti stabilimenti mettono a disposizione acqua naturale o della fonte termale da bere perchè ci si disidrata facilmente e al termine dell’esperienza è sempre bene e consigliabile mangiare un frutto allo stesso scopo.
Le onsen sono una vera e propria tradizione culturale in Giappone e non provarle è un’occasione mancata.