Mondo Racconti di viaggio

Semplicemente io

Sono nata a Merano, un po’ prima del previsto, avevo già tanta fretta…

Alcuni amici, particolarmente velenosi , dicono che non sono finita e che quindi mi mancano un po’ di pezzi (si discute ancora sul numero dei “tocchi” mancanti: io suggerisco 8, loro dicono almeno 16).

Pensate che per farmi nascere hanno dovuto far funzionare una funivia, dato che non c’era strada che collegava Avelengo (dove abitavano i miei) a Merano, se non una strada bianca per i trattori e non era certo il mezzo adatto per far viaggiare mamma, cittadina di Bruxelles e l’importantissimo fardello : io.

Ho rischiato nascere in una cabina ed attaccata ad un cavo, in pieno inverno: dicembre, sagittario.

Amo moltissimo il posto in cui vivo, ma sto bene ovunque, mi piace tantissimo e sopporto molto bene il caldo ed anche l’afa : quella sensazione umidiccia che hai addosso già quando scendi dall’aereo ad esempio a Bangkok , o in Laos, insomma in Oriente.

Mi piacciono i deserti ed il loro caldo secco, ma anche l’escursione termica, tipica dei deserti. Mi piace il mare, mi piace il mondo, conoscere gli altri.

Considero un viaggio come …… un mettersi alla prova, misurare se stessi, mettersi in gioco.

Non so se c’è un posto che mi piace più di un altro, se c’è un luogo preferito in cui sono stata: sicuramente ricordo tante emozioni in giro per il mondo : da Kathmandu sotto la pioggia incessante, al mio villaggio in Senegal dove sono stata a lungo, a Cartagena de Indias in Colombia, al fascino incredibile di Adel in fondo allo Yemen, dove un bagno nello splendido Mar Rosso ha tolto di dosso la polvere accumulata durante il viaggio o ancora il Sudan, la terra dei Faraoni neri, in cui ogni giorno c’era da montare la tenda , sempre più scassata o ancora la Libia, quando ci si poteva andare a girare in jeep nell’Akakus e visitare la spettacolare Leptis magna.

E pensando ai viaggi ricordo ancora gli occhi azzurri del vecchino che a Gurgussum in Eritrea, che mi aveva detto, in perfetto italiano ……….venga a fare due chiacchere domani , ma io l’indomani andavo alle Dahlak. Il vecchino era un testimone incredibile, era un pezzo di storia e coltivava la nostalgia del periodo in cui c’erano stati gli Italiani in Eritrea .

Di ogni posto in cui sono stata, ho sempre pensato, al mio rientro e da sempre, che dovevo memorizzare la persona che mi aveva dato più sensazioni e così , oggi , ricordo le emozioni ed il paese. Questo la dice lunga su quello che mi piace del Mondo e quanto mi piace.

Comunque…partire è sempre bellissimo, pensate all’agitazione che hai addosso la sera prima

E’ bello partire perché si puo’ tornare e tornare è bello perché si puo’ ripartire. A due giorni da ogni rientro, io sento il bisogno di ripartire .

Ho iniziato a viaggiare da piccolissima con i miei genitori ed i viaggi erano soprattutto in Europa Italia/Belgio, qualche stop in Germania o Austria o in Olanda o ancora al Mare del Nord , la Francia, dato che i nonni abitavano vicino al confine.

Erano viaggi lunghissimi , con tutte le frontiere da passare ed ogni viaggio iniziava col stare già male alle prime curve del Passo Sella.

Poi ho iniziato a viaggiare più seriamente con l’occasione di ricerche in Africa, dove i Peul nel tempo , mi hanno anche dato un nome ed un cognome : mi chiamo quindi anche Fatuma M’Balo

Sono quindi tendenzialmente nomade, come i Peul, ma stanziale in Alta Montagna ed attaccata al mio territorio.

Ed ecco che, per curiosità , per vizio e/o per passione questo è diventato anche il mio lavoro: accompagno gruppi in destinazioni che conosco o comunque in paesi dove ho un collega testato e serio, per condividere le stesse emozioni che i viaggi ed il VIAGGIARE suscitano in me.

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